Cappella edificata a cavallo dell’antica mulattiera, con un portico sopra la strada e il piccolo edificio religioso esposto verso sud. Fino agli anni Quaranta, non vi era altro edificio a vista d’occhio da questo punto. L’antica mulattiera proseguiva in direzione di Arcegno, più in basso rispetto al tracciato dell’odierna strada, e costeggiava poi la piccola palude sotto il Mulín del Brümm, nel territorio comunale di Losone, per scendere infine lungo la strada detta Scarpuscénta. L’informante Pino Maranesi ricorda che gli asconesi pagavano ai ronchesi pochi franchi all’anno per la manutenzione della Scarpuscénta, finché questa convenzione venne abolita col pagamento di una piccola somma una tantum. Sotto il portico della cappella si trova una lapide di marmo bianco, che ricorda il lavoro secolare svolto dai ronchesi, insieme a uomini di Rasa e Palagnedra, nelle dogane di Firenze e Pistoia: «Ronco Palagnedra Rasa e coll’amica Norcia Romana che per cinque secoli ebbero il maneggio delle dogane di Firenze Pistoia Alessandro Molinari ultimo superstite pose». L’ultimo superstite di quella stagione, Alessandro Molinari, morto nell’anno 1900, pose la lapide verso la fine dell’Ottocento. La zona dove sorge appunto l’edificio è oggi una sorta di prolungamento del Pián Carignágh (263) dal punto di vista dell’urbanizzazione a ville di prestigio. [Barisello] sembra richiamare una denominazione più antica della cappella. Gilardoni (1980, 104) rinvia al termine milanese barisell ‘capo degli sbirri’, chiedendosi se non si tratti forse di una denominazione polemica, vista la collocazione della cappella al confine tra Ronco e Ascona. Rigutini (1875) riporta la definizione «capitano de’ birri / uffiziale forestiere, che comandava anticamente in Firenze un corpo di soldati posti alla guardia della città in tempi di tumulti e di sedizioni». Il termine bargello potrebbe essersi esteso ad accogliere il significato generico di ‘funzionario’, e Capèla del Bariséll potrebbe alludere agli impiegati nelle dogane fiorentine. A Poschiavo barisèll vale ‘individuo testardo’, ‘caparbio.