Archivio Categoria: Albo comunale

la Piázza Repúbblica / la Piázza della Repúbblica

Minuscola piazzetta da dove partono Via Nosetto o Stráda de Scíma, Vícolo Cáir (73), Via delle Scuole e Via Vallona (78). Viene chiamata comunemente Piázza Repúbblica, anche se l’antica scritta dipinta su un muro indica «Piazza della Repubblica». La casetta tra il vicolo Cáir (73) e Via Nosetto, che dà sulla piazza, era proprietà di Bernardino Poroli (1883-1957), come quella di fronte, isolata, dove abitava il Nardín, Bernardino Poroli, con la famiglia. Un tempo, verso i Lorítt (16), sopra la Strécia di Cáir (73), c’era un barchétt. La piazzetta era luogo di convegno delle donne, le quali vi si recavano la domenica dopo la funzione del vespro a giocare a tombola; sedute sui gradini, giocavano al prezzo di un centesimo la cartella.

el Lavatòio

Lavatòio nella zona del Nusétt (55), al limite superiore dell’abitato, verso ovest. L’informante Mario Ceresa ricorda che «aveva due sezioni, la prima per il bucato e la seconda per la roba sporca». Non di rado il Lavatòio era luogo di liti accese, a tal punto che talune donne evitavano di frequentarlo di giorno e ci andavano di notte. Originariamente, la struttura era collocata in posizione più bassa e le donne vi lavoravano stando inginocchiate. La struttura fu poi rifatta più alta, ritenendo che potesse risultare più comoda, senza consultare le donne. Queste si lamentarono in quanto dopo l’intervento si poteva lavare stando in piedi, ma era necessario piegarsi in avanti. Si cercò quindi di rimediare aggiungendo predelle in legno sulle quali si poteva tornare a lavare in posizione inginocchiata. Secondo una lapide commemorativa, il Lavatòio fu costruito con l’aiuto dei ronchesi emigrati in Francia nel 1888 Martino e Cécile Zucconi. Esso era coperto da una tettoia in lamiera a due spioventi. Ora è in disuso sotto una infelice copertura in cemento armato.

la Capèla del Nusétt / la Capèla del Cármen

ACom 1899 Capp.la del Nosetto. Cappella al Nusétt, riattata e dipinta da Richard Seewald negli anni Quaranta, con una raffigurazione della Madonna che stende il manto sopra il paese di Ronco. Pare che un tempo attorno ci fossero alcune tombe. La maggior parte delle cappelle in territorio ronchese sono di proprietà privata. La denominazione Capèla del Cármen è sostenuta da Angelina Pantellini. Un cimitero del Carmine è menzionato nel 1800 (Fondo LPB).