L’unico alpe di Ronco, a 1284 metri di quota, un tempo di proprietà per metà dei Materni e per metà del patriziato. Comprende vari edifici, anch’essi di proprietà in parte comunale e in parte patriziale; una stalla è bruciata recentemente. A ovest sorge la cascina più antica, con un piccolo focolare; un anello di legno nel muro serviva per attaccare il braccio girevole della caldaia. Un pozzo, che forniva acqua per il bestiame, è tuttora ben conservato, nonostante i lavori idroelettrici degli anni Cinquanta, che prosciugarono buona parte delle sorgenti e dei corsi d’acqua del territorio comunale. La zona è ancora oggi caratterizzata da un grande prato che viene falciato ogni anno. Un tempo, portava un recinto, che si può ancora intravedere a tratti. Non si tratta di un alpe nel senso classico, perché l’insediamento fungeva anche da monte per la fienagione e c’era forse anticamente anche qualche campo. Durante la seconda guerra mondiale, tutto il Casón fu coltivato a patate. Nei verbali seicenteschi della vicinanza è documentato, oltre all’incanto annuale dell’alpe, anche quello dei mulini, della misura per i liquidi e della pesa pubblica.