Archivio Categoria: Toponimi

la Cása Parrocchiále / la Sála Patrizziále

Casa al limite sud della Piázza del Semitóri. La parte sotto il livello della piazza è di proprietà della parrocchia ed era ancora recentemente abitata dal parroco. Al livello della piazza si trova la sala patriziale. Questa sala fu per molti anni sede della cancelleria comunale, fin quando quest’ultima traslocò al piano superiore del palazzo scolastico, e più tardi nel nuovo centro comunale. Qui si tenevano le riunioni della comunità, come l’assemblea comunale e quella patriziale, e le riunioni del municipio. La parete esterna verso est portava una campana con una corda, usata per chiamare alle riunioni.

l Oratòri de San Ròcch

Contiguo alla chiesa parrocchiale (1) verso monte, sorge l’oratorio di San Ròcch. Era stato edificato negli anni precedenti il 1636, ampliando strutture antiche, come sede della Confraternita di San Rocco (Plebani 1976, 19). Il pavimento portava due antiche lastre sepolcrali circolari, e si racconta che molte ossa trovate all’epoca della ristrutturazione della piazza della chiesa fossero state depositate nella cripta di questo edificio. Le strutture antiche potrebbero essere i resti di edifici cui accenna Ballarini (1619, 279), di proprietà delle Umiliate, delle quali esisteva un convento sull’Isola maggiore (nel territorio comunale di Brissago).

la Gésa

APatr 1680 la chiesa di S.to Martino
La chiesa parrocchiale di Ronco, dedicata a san Martino, è menzionata per la prima volta nel 1498 (Plebani 1976, 15; Gilardoni 1979, 200-210). La struttura del quindicesimo secolo aveva le dimensioni attuali in quanto a superficie e fu in seguito modificata unicamente nella sua altezza; il coro a volta gotica a crociera era interamente affrescato e il soffitto della navata era più basso, in legno. Lo stesso coro fu ristrutturato in passato almeno due volte, fino ad assumere l’odierno assetto barocco. Nel Seicento si volle erigere una volta sopra la navata, opera che necessitò di possenti pilastri di sostegno. Le pitture della volta, opera di un Maffioretti di Brissago e di un Andrea Ciseri, sono datate «1642». Una nicchia, conservata nel muro meridionale della navata, presenta resti di pitture forse quattrocentesche, tra cui si identifica un san Defendente, santo martire, soldato della Legione Tebea molto venerato nell’Italia del nord a partire dal Trecento. Questa nicchia rappresenta forse ciò che rimane di un’antica chiesetta anteriore. Robertini (1974, 326) sostiene esplicitamente che la chiesa sarebbe una ricostruzione fatta sul sedime di edifici più antichi. Le pitture più pregiate sono quelle di una rappresentazione dei mesi di Antonio da Tradate del 1492. Notevoli anche due pannelli di altari in scagliola. Il san Martino sopra l’altare maggiore è opera di Antonio Ciseri (1821-1891), illustre pittore ronchese. Il bel campanile cinquecentesco è attribuito ai brissaghesi Giovanni e Pietro Beretta, padre e figlio.