Un tempo, bel prato, prediletto come campo di gioco dai ragazzi e dai bambini della sovrastante Scoléta (99), che ospitava le prime tre classi elementari. Il prato serviva anche da pascolo. Oggi il luogo è adibito a parcheggio.
Archivio Categoria: Toponimi
APatr 1748 l’Oratorio della Madona delle Gratie; APatr 1830 la Chiesa della B.V. delle Grazie; E1947 Madonna. Oratorio della Madonna delle Grazie, situato nei pressi della chiesa parrocchiale (1). È un elegante edificio settecentesco, con un arioso portico antistante e un piccolo campanile a vela. L’esterno è stato restaurato recentemente, mentre le pitture interne sono ancora in attesa di un intervento (Gilardoni 1979, 210-212).
Piazza attorno alla chiesa di San Martino (1). Letteralmente ‘la piazza del cimitero’ (per la particolare forma fonetica, cfr. VSI III, 283-287), in quanto fu per molti secoli il luogo dove si seppellivano i morti di Ronco. In un rapporto della visita pastorale del vescovo Ninguarda del 1591 viene indicato che il cimitero si trovava dalla parte verso sud e verso ovest rispetto alla chiesa, recintato, ma senza cancelli (Plebani 1976, 23). Anticamente era in uso anche la deposizione in sepolcri all’interno della chiesa stessa. In San Martino (1) c’erano un sepolcro grande e uno piccolo, in San Rocco (2) ve ne erano due, uno alla Madonna delle Grazie (7). Si racconta che in quest’ultimo edificio fossero state seppellite persone morte a causa di epidemie. Infatti vi furono trovati resti di salme cosparse di calce e che portavano ancora le calze, suscitando l’impressione di una sepoltura messa in atto immediatamente. I defunti erano pure deposti nella chiesa di San Marco (197) a Funtána Martína (186) e attorno alla Madonna delle Grazie (7). Sono state trovate alcune tombe anche attorno alla Capèla del Nusétt, che era chiamata anche Cappella del Carmine (55). Un cimitero del Carmine è menzionato nei documenti (Fondo LPB 1850). Non si sa perché e in quali epoche si praticasse l’una o l’altra modalità di sepoltura. Dal 1750 fino alla seconda metà dell’Ottocento, un ossario sorgeva a nord della chiesa (Plebani 1976, 34). All’inizio dell’Ottocento, un decreto federale obbligò la costruzione di cimiteri al di fuori degli abitati. Il nuovo cimitero di Ronco accanto all’oratorio dell’Annunziata (136) sorse nel 1834 (Plebani 1976, 23).
Casa al limite sud della Piázza del Semitóri. La parte sotto il livello della piazza è di proprietà della parrocchia ed era ancora recentemente abitata dal parroco. Al livello della piazza si trova la sala patriziale. Questa sala fu per molti anni sede della cancelleria comunale, fin quando quest’ultima traslocò al piano superiore del palazzo scolastico, e più tardi nel nuovo centro comunale. Qui si tenevano le riunioni della comunità, come l’assemblea comunale e quella patriziale, e le riunioni del municipio. La parete esterna verso est portava una campana con una corda, usata per chiamare alle riunioni.
Un tempo spiazzo erboso attorno a un albero di ippocastano. L’autopostale fu per molti anni l’unico autoveicolo che raggiungeva Ronco; l’autista era uso parcheggiarlo sotto le fronde dell’albero. La Castégna era tradizionalmente il ritrovo di giovani e anziani, che vi si recavano a chiacchierare e a cantare.
Contiguo alla chiesa parrocchiale (1) verso monte, sorge l’oratorio di San Ròcch. Era stato edificato negli anni precedenti il 1636, ampliando strutture antiche, come sede della Confraternita di San Rocco (Plebani 1976, 19). Il pavimento portava due antiche lastre sepolcrali circolari, e si racconta che molte ossa trovate all’epoca della ristrutturazione della piazza della chiesa fossero state depositate nella cripta di questo edificio. Le strutture antiche potrebbero essere i resti di edifici cui accenna Ballarini (1619, 279), di proprietà delle Umiliate, delle quali esisteva un convento sull’Isola maggiore (nel territorio comunale di Brissago).